iTunes, negli Usa l’app per “far pratica con la pistola”. Per i bimbi sopra i 4 anni
A 99 centesimi “con un solo tocco” si entra nel mondo della National Rifle Association. Basta andare sul sito e scaricare NRA: “Practice range”. In queste settimane la lobby delle armi si sta battendo perché Barack Obama fallisca nella sua ricerca di un accordo con il Partito repubblicano sul “gun control”
Per 99 centesimi si “fa pratica con la pistola“, “si imparano i trucchi per allenarsi in maniera sicura” e ci si aggiorna sulle ultime novità in fatto di armi e di leggi in materia. “Con un solo tocco” si entra nel mondo della National Rifle Association. Basta andare sul sito di iTunes e scaricare NRA: Practice range, la app ufficiale della potentissima lobby che negli Stati Uniti in queste settimane si sta battendo perché Barack Obama fallisca nella sua ricerca di un accordo con il Partito repubblicano sul controllo delle armi. Un’applicazione vietata ai minori, si direbbe. Invece no: il grande supermercato delle app griffate Apple la considera adatta ai bambini di età superiore ai 4 anni. Un cambio di direzione apparentemente repentino da parte della Nra, che a fine dicembre aveva accusato l’industria dei videogiochi di istigare alla violenza e che ora pare aver abbracciato le tecniche di marketing già ampiamente utilizzate da marchi come McDonald’s o CartonNetwork: offrire ai bambini giochi online per fidelizzarli fin dai primi anni di vita.
Pochi clic e il gioco è fatto. Niente di più facile, in quell’universo parallelo in cui Cupertino ha annunciato pochi giorni fa di aver toccato i 40 miliardi di app scaricate. Un mondo alla portata di tutti, che da domenica si è arricchito di una nuova possibilità. “Nra: Practice Range” – si legge su iTunes.apple.com – mette nel palmo della tua mano l’intera gamma delle risorse Nra: notizie aggiornate sul Secondo Emendamento, informazioni sulle leggi e materiale educativo”. Il mantra è sempre lo stesso, il diritto garantito dalla Costituzione a possedere un arma: “Vieni a conoscere i tuoi diritti da Stato a Stato”. La app offre poi “uno shooting game in 3D che educa alpossesso responsabile di un’arma attraverso sfide divertenti e simulazioni realistiche”. La categoria è quella dei giochi “4+”: “Le applicazioni di questa categoria – si legge nel sistema di classificazione Apple – non contengono materiale discutibile” e sono adatte ai bambini che abbiano compiuto i 4 anni (le altre categorie vanno dai 9 ai 17 anni man mano che i contenuti si fanno più forti e hanno a che fare con violenza, alcol, droga, nudità e sesso).
Nel gergo degli appassionati lo si direbbe uno “sparatutto”. Sviluppata dalla californiana MEDL Mobile, l’applicazione è disponibile per ogni iPhone dal 3Gs al più recente 5, per iPod Touch e per iPad. Dispositivi in velocissima diffusione e con i quali le nuove generazioni entrano in contatto sempre più in tenera età. Sembrano essere loro, i più piccoli, l’obiettivo della National Rifle Association: la lobby ha scelto di condurre la battaglia sul terreno dei device di ultima generazione che, utilizzati quotidianamente da milioni di cittadini, garantiscono una penetrazione capillare del messaggio. E consentono di presentare gli argomenti forti dei difensori dei gun rights nella maniera più subdola: sotto forma di gioco. Eppure fino a pochi giorni fa il mantra contro l’industria dei videogame proseguiva ininterrotto.
Aveva avuto inizio il 21 dicembre. In una conferenza stampa, Wayne LaPierre, ceo della Nra, si era scagliato contro “la cultura della violenza” che permea la società statunitense, alimentata dai modelli di comportamento diffusi da tv, cinema e videogiochi. “Un bambino che cresce in America prima dei 18 anni può essere testimone di 16 mila omicidi e 200 mila atti di violenza – scandiva LaPierre – troppe persone nei nostri media nazionali agiscono come sostenitori silenziosi, se non complici ispiratori. Invece di affrontare le proprie mancanze, i media demonizzano chi possiede legalmente un’arma”. Nel mirino del capo della Nra finivano i videogame in cui si uccidono i nemici, seppur virtuali: “Bulletstorm, Grand Theft Auto, Mortal Kombat e Splatterhouse”. “C’è un gioco che si chiama Kindergarten Killers (I killer nell’asilo, ndr), che è online da 10 anni. Come mai il mio staff lo ha trovato facilmente, mentre nessun altro ne parla?”.
Quella di dicembre era stata una mossa per rispondere agli attacchi dei giornali. Adesso che dell’ondata di riprovazione generatasi a caldo nell’opinione pubblica dopo il massacro dei 20 bimbi della Sandy Hook si è ridotta ad una semplice alta marea, la lobby passa al contrattacco con una app per il telefonino. La tecnica è sperimentata: offrire online giochi che fidelizzano i bambini fin dai loro primi anni di vita. Lo fanno da anni i grandi marchi del fast food come McDonald’s e Subway’s, i produttori di cereali per la colazione come TrixWorld.com e ReesesPuffs.com, ma anche i giganti dell’entertaiment per i piccoli come CartonNetwork e Nickeodeon. Ora lo fa anche la più potente lobby delle armi degli Stati Uniti d’America.
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